IL VALORE DEL SILENZIO

Domenica 27 luglio 2019 sono stato tra gli ospiti di "A sua immagine" a RAIUNO, il tema della puntata era "Il valore del silenzio". Potete vedere l'intera puntata QUI. Ho avuto il piacere di condividere lo studio, oltre che con la storica conduttrice Lorena Bianchetti (che ha stimolato con intelligenza noi ospiti, ispirandosi agli spunti molto interessanti per la puntata pensata e scritta da Franz Coriasco,  tra gli autori del programma), anche con il teologo Brunetto Salvarani e la scrittrice, giornalista e co fondatrice dell'Accademia del Silenzio di Anghiari, Nicoletta Polla Mattiot. Il programma della CEI, di impronta naturalmente religiosa, ha offerto molti spazi per allargare il discorso intorno a un argomento veramente infinito. Il silenzio, appunto, che ancora una volta - dopo le poesie autografie di L'Invisibile Canto Del Silenzio (2010), ha assunto sempre più importante anche perché è percependo il silenzio che si chiude Il Geopoeta. Avventure Nelle Terre Della Percezione:

"Noi non lo sappiamo, vestiti come siamo di rumore, ma ciò che ci attrae è il silenzio che avvolge il visibile per lasciare che l’invisibile prenda forma. Il silenzio ci attraversa, è l’inizio di ogni suono, ma anche la sua astrazione – la sua essenza. Come l’ho scoperto? In una buia notte nel cuore della foresta l’ho visto avanzare con me, a ondate: nell’oscurità illuminava ogni forma, come se sgorgasse dai miei occhi. Compresi allora che il silenzio è la meditazione dell’universo e io una sua stella."

 


IL RACCONTO DI SIAPOE

(c) ATTRAVERSO LE TERRE DEL SUONO.

"Mi chiamo SiaPoe e nei secoli dopo la stirpe di Caino compii il mio viaggio nelle terre scabrose. Ero soltanto un’anima allora, un’anima che non capiva perché la nostalgia di ricordi che non poteva avere pulsava come sangue, non appena vedevo la donna accudire la terra e i suoi frutti. Non ero mai nata e non potevo sapere di essere predestinata: per continuare a non nascere avrei dovuto cambiare forma in eterno. Avrei dovuto ascoltare il suono che avevo portato dentro di me per mille e mille anni e poi condurlo, invisibile, nelle anime della Donna. Come per quei ricordi dei quali non potevo avere nostalgia, così cominciai a sentire la melodia della canzone che non sapevo, il canto che mi riconobbe e che mi chiamò al luogo delle Donne da Vivere e da Cantare. Il luogo era stato una visione lontana e avevo imparato a immaginare un orizzonte sempre pronto a muoversi. Per vedere quell’orizzonte avevo dovuto lasciarmi portare da parole che fluttuavano invisibili e inudibili, trattenere negli occhi - fatti di cielo e terra - ogni immagine, imparare a scaldarmi di ogni scintilla. Stavo veleggiando nelle pieghe di un’aurora quando tutte le canzoni mai udite prima cominciarono ad essermi familiari; per la prima volta sentii le parole scorrere in me. Per la prima volta mi era permesso osservare tutta la strada delle altre vite srotolarsi sino al villaggio invisibile e inudibile dove era stabilito che avrei incontrato lo spirito-anima del mondo, la femmina Musica, l’anima Musa della nuova rivoluzione per la quale ero predestinata ad essere qui e ora, nel luogo della Donna. Qui e ora, non ho forma e non ho tempo, perché vedo ogni vita esprimersi in dimore diverse, corpi nomadi, trasfusione di anime senza fine.

Fu un mistero, ma accadde una sera al tramonto. Sotto di me vidi apparire ogni stagione conosciuta: c’erano donne che cantavano, che parlavano, donne che davano vita e davano morte, donne d’amore e donne di solitudine. Sorgevano dalla luce tremula e fresca che si muoveva risucchiata al centro del villaggio – e donavano. Ero curiosa e mi sciolsi nel cielo, abbandonai il mio destriero sicuro, entrai nel vento che soffiava per le strade. Il vento portava, come se fosse una regina, la voce primordiale, il respiro della Musica, l’aria del villaggio del suono. Stavo ascoltando, intenta, pronta a dare le mie parole alla mano invisibile tesa nel buio, quando sentii lo spazio aprirsi sotto di me e calai nel piccolo corpo di una giovane donna. Ora la voce era forte. Ero nuovamente primordiale."

Attraverso Le Terre Del Suono (dal capitolo Il racconto di SiaPoe)
Autunno 2019, Edizioni Underground?

La foto di questo post è (c) Guido Harari, 1997


#NCDM2019: LEGGERE LA NATURA

NEL CUORE DELLA MONTAGNA 2019. La seconda edizione del progetto "cammini geopoetici" per le biblioteche della Rete Bibliotecaria Bergamasca, Sistema Bibliotecario Valle Seriana.

La seconda edizione, a cura delle Rete Bibliotecaria Bergamasca, si intitola "Leggere la natura". Dieci appuntamenti a partire dal 13 luglio per concludersi il 21 settembre. LEGGI il programma completo, di cosa si tratta, come saranno impostati i cammini geopoetici sulla pagina dedicata di ALPES: senza dimenticare anche gli altri appuntamenti dal 5 luglio e fino a BookCity di Milano (novembre 2019), in giro per l'Italia (e una puntata nell'Artico norvegese). Calendario sempre in aggiornamento sulla pagina INCONTRI (circa trenta tra cammini geopoetici, presentazioni di "Il Geopoeta", conferenze).

Scarica QUI la locandina

Scarica QUI la cartolina


SOLSTITIUM 2019

Alle ore 15.54 di oggi inizia l'estate dell'anno 2019. Certo sappiamo che il sole non si "ferma" davvero, come dice l'etimo di questa parola evocativa. Ma noi a quell'ora lo osserveremo e lui, per un attimo, arrivando al punto massimo del suo apparente cammino rispetto all'orizzonte. Ma l'orizzonte, si sa, non è mai dove lo vediamo, ma dove lo immaginiamo. Per questo Solstitium ho deciso di raccontarvi, nel numero 276 della mia rubrica "Sentieri d'Autore" che esce dal 2014 ogni venerdì sul Corriere della Sera (edizione Bergamo), di un luogo dove l'Ultratempo regna da prima del Tempo: LEGGI


IL TOUR GEOPOETICO ESTATE-AUTUNNO 2019

I numeri non dicono molto, se non rappresentano contenuti. Ma i (circa) trenta incontri che a partire dal 5 luglio per arrivare a metà novembre rappresenteranno tutte le declinazioni offerte dal mio "libro dei libri" (Il Geopoeta, Bolis Edizioni, che potete acquistare anche sul sito del'editore qui), meritano un post gioioso. Si va in tour anche quest'anno. Ci saranno oltre quindici cammini geopoetici (nove dei quali per la seconda edizione di Nel Cuore della Montagna, a cura di Alpes e del Sistema Bibliotecario Valle Seriana: a giorni orari e luoghi di ritrovo, ma le date le trovate già adesso su questo sito), un viaggio d'autore (in Trentino iscrivetevi, se volete, appena possibile a La Via Larix: i posti sono solo 12), le tante presentazioni del libro nuovo, i reading musicali di Attraverso Le Terre Del Suono, il debutto pubblico della Geofulness...Fate un giro nella pagina INCONTRI, ma spero davvero, fatevi un giro geopoetico...Approfitto per segnalarvi che ora esiste il primo sentiero geopoetico italiano, dichiarato come tale. Io ovviamente c'ero, provate a leggere questo reportage sul Sentiero dell'Acqua e della Pietra su Traveller. E' magnifico.


COSA VOTA LA NATURA MADRE?

CRONACHE GEOPOETICHE DEL 27 maggio 2019

Mi interrogo a ogni giro elettorale sul perché quando agiamo da massa disunita e sobillata dagli slogan finiamo per farci allontanare dal senso della vita; sul perché si cede alla tentazione di adorare la paura ed ergerla a insuperabile valico per lasciarci guidare dall'impulso, esprimendo di noi quelle cose che dovremmo risolvere dentro, nel rapporto che abbiamo con il nostro negativo. Mi chiedo perché quando ci si unisce liberamente, nella creatività condivisa del vivere insieme, al contrario, sappiamo dare vita a creazioni sociali magnifiche. Come per esempio la democrazia, che al pari di ogni altra creazione umana, ha bisogno di evolversi: è vero. Ma è anche l'unica forma che ci consente di decidere di convivere senza ucciderci a vicenda.

Ci dicono sempre che tutto è molto complesso e allora per riflettere sulle Europee 2019 invito a osservare la fotografia che ho scattato camminando in una foresta verdissima insieme all'amica e collega Elena Maffioletti pochi giorni fa. Risalito l'umido bosco percorso da un torrentello che scorre sul calcare, siamo giunti alla Forcella del Sorriso, toponimo di buoni auspici. Ci siamo messi a guardare l'intorno. Quattro sentieri raggiungono quel punto di svolta. Poi ho notato che la luce filtrava dal cielo, a quell'ora, evidenziando le forme dei due alberi che vedete, uno in primo piano con il tronco che curva verso sudovest e l'altro che si eleva, quadruplicandosi, verso l'alto. Due essenze diverse che convivono nello stesso bosco, con altre decine di essenze. E senza farsi la guerra. Lo sguardo è stato attratto dove in quel momento c'era, per citare l'autoesplicativo titolo del libro dell'amico Fratus, "Il sole che nessuno vede". Sole che è una stella che è luminosità che è dono per riuscire a vedere dove spesso pensiamo non vi sia niente di speciale da vedere. Eppure, il sorriso tra me e Elena, mi ha detto che da vedere e percepire c'era davvero tanto. Così tanto, che sarebbe impossibile descriverlo in poche righe. Eppure dirò questo. La complessità della natura, di cui noi siamo parte e non padroni, si manifesta con una semplicità disarmante. Osservando quei due alberi, tra le centinaia presenti in quel luogo, per l'ennesima volta ho potuto percepire che la vita tende alla vita e che quella complessità - il "funzionamento" della vita degli alberi - è un bagliore davvero semplice da assorbire. Che in quello stretto passaggio tra lo stupore delle forme e la comprensione della potenza della vita, c'è tutto quello di cui ho bisogno per sapere che per me l'unico voto che conta è quello della natura madre. Ovvero della vita. E' complesso, ma è semplice capirlo. La natura non parla mai con lingua biforcuta, ma con la lingua della vita. Non so perché, ma quando io e l'amica scrittrice, che ci ha donato un capolavoro come "Il principio della Terra", abbiamo ripreso il cammino, mi sembrava di avere compreso più cose sulla complessità. E il mio passo era più leggero.


ATTRAVERSO LE TERRE DEL SUONO

In tanti anni ho avuto la fortuna di lavorare con musicisti davvero di grande talento, visione, spessore, come Francesco Garolfi e Giuseppe Olivini per portare testi elaborati dai miei libri sui palchi, in tour. Ma questo progetto rappresenta altro: è un ricongiungimento, con un amico soprattutto, un gran musicista, un autore con cui ho condiviso, nell'editoria musicale, avventure veramente straordinarie. ATTRAVERSO LE TERRE DEL SUONO, con Marco Grompi, musicista e direttore musicale del progetto, dimostriamo sul palco che IL GEOPOETA. AVVENTURE NELLE TERRE DELLA PERCEZIONE è lo snodo di tante piste possibili. E per me, quella musicale, resta la traccia più profonda. La data ZERO ZERO è a BERGAMO domenica 12 maggio. Venite a immergervi con noi nell'eterea potenza della musica e della narrazione.

ATTRAVERSO LE TERRE DEL SUONO
La Musica E' Il Nostro Viaggio

Marco Grompi: suoni&canzoni
Davide Sapienza: narrazione

La data ZERO ZERO, la vera anteprima del nuovo spettacolo che racconta oltre trent'anni di esplorazioni geo - musicali e poetiche - di Marco e Davide, per la prima volta insieme sul palco. Dedicato alla musica e alle geografie possibili del grande sentiero interstellare tracciato dalla musica. Un percorso nella cultura rock che ha definito il loro immaginario autoriale e giornalistico, senza preclusioni, fondato sulla condivisione di emozioni, percezioni, rivoluzioni interiori.

INIZIO SPETTACOLO h 20.45
Apertura CIRCOLONE per tesseramento obbligatorio

(quota annuale 10 E, valida come Ingresso a tutti gli eventi) h 20.

Posti limitati. E' consigliata la prenotazione
www.circolone.com
Via Guglielmo d'Alzano 7/A
24122 Bergamo (BG)
Tel. 335 5296694
circolonebg@gmail.com


GEOFULNESS. POETICA E CONSAPEVOLEZZA

Sono molto emozionato per un "inizio" che non credevo potesse darmi tanta lucidità, grazie a quel "bagliore stellare" che, dopo anni di amicizia e reciproca stima professionale, ci ha indicato "come fare". La mindfulness guidata da Elena Mazzoleni "copula" con la geopoetica - versione DS: anni di pratiche e di scambi di idee e percezioni. Ecco come si arriva alla Geofulness, fortunato nome regalatoci da mio figlio Leonardo.
Siamo molto consapevoli di questa "prima esperienza" con chi ha scelto di esserci. Perché sappiamo che aldilà di tutto il lavoro fatto, si tratta di un esperimento che solo voi potrete definire "riuscito". La ricerca sul campo ci ha detto che la miscela è intensa. Ciò che per noi è di fondamentale importanza è sapere di proporre qualcosa che possa lasciare a voi quel "materiale interiore" adatto per la vita di ogni giorno. La pagina dedicata dal mio sito si trova QUI

SCOTT WALKER: "PSST, PSST OGNI COSA E' VICINA"

Scott Walker era nato il 9 gennaio 1943 ed è morto il 22 marzo 2019. Cercate in rete e troverete scritto "cantautore". Eppure mai tale definizione risulta angusta. Noel Scott Engel, il suo vero nome, ha percorso un cammino unico: il grande successo con The Walker Brothers, una carriera solista con i primi quattro album che definiscono per sempre "la canzone d'autore" in nuove forme. Poi, la ricerca del silenzio. Al punto da non avere concesso interviste per decenni. Lo racconta molto bene il docufilm prodotto da David Bowie 30th Century Man.

Era il 2006 quando uscì "The Drift", opera straordinaria, scoperta di territori impensabili lungo la rotta da esploratore indefesso. Ebbi l'onore e la fortuna di intervistarlo, telefonicamente, quell'anno. Con lui avevo molto parlato insieme al grande produttore e anima gentile che ha lavorato con lui dal 1983 alla fine, l'amico Peter Walsh. Insomma, ero in qualche modo vicino a quel firmamento incredibile. E raramente avevo provato un'emozione cosi grande. Ieri, quando ho letto la notizia, mi ha colpito un tweet del produttore Nigel Godrich: "ricordo di averlo incontrato per strada, era in bicicletta in Chiswik High Street e stavo andando dai Radiohead, era il primo giorno di registrazioni per OK Computer. Entrato in studio, Thom teneva in mano una copia dell'album Scott 4". Vi ripropongo questa intervista, una delle più belle della mia carriera e soprattutto, vi consiglio di fare questo viaggio con Scott perchè, come cantava alla fine di The Drift, "psst, psst ogni cosa è vicina". QUI l'intervista uscita sul settimanale DIARIO nel 2006.


ALL'EQUINOZIO SBOCCIA LA GEOFULNESS

Ci abbiamo lavorato, abbiamo seguito con interesse e curiosità, per anni, i rispettivi percorsi - io della dottoressa Elena Mazzoleni e di MoviMente, associazione di promozione sociale, lei dei miei libri, dei miei scritti, dei miei incontri, dei cammini geopoetici. Ci siamo detti molte volte che sarebbe stato bello "studiare" qualcosa che unisse le nostre attività per dare origine a qualcosa di nuovo. E mentre terminavo di scrivere Il Geopoeta. Avventure Nelle Terre Della Percezione la dottoressa Mazzoleni proseguiva con la sua intensa e seguitissima attività iniziata tre decenni (core counseling, mindfulness e molto altro). Infine, in un giorno di gennaio, camminando insieme nelle foreste di Presolana, avvolti da quella luce magnifica che l'inverno regala nei pomeriggi profondi, ci siamo chiesti come fare incontrare la mindfulness e la geopoetica: prima di uscire di casa Leonardo Sapienza, anni 9, ha detto: "farete la Geofulness". Perfetto (e primo brevetto per il giovane geopoetino). E allora che Geofulness sia. Dal 28 aprile 2019, ovviamente, dalle foreste di Presolana. Approfondimento e modulo di adesione QUI.