RAI1 E IL DOCUMENTARIO DELLA VAL SERIANA

Per gli speciali del TG1, domenica 13 settembre 2020 la RAI ha messo in onda un lungo e notevole documentario realizzato da Andrea Luchetta in Val Seriana. Ho incontrato il giornalista grazie a Gessica Costanzo e abbiamo visto come Andrea, trascorrendo intere settimane, durante il mese di luglio, sul nostro territorio, ha voluto e saputo scavare, raccontare gli effetti della devastazione che abbiamo subito in quella che abbiamo chiamato, nel nostro libro, La Valle Nel Virus. Ma Luchetta ha anche saputo raccontare il non detto e la nostra geografia, che gli ho mostrato durante una lunga giornata trascorsa insieme. Lui, per primo, voleva capire la geografia di questa valle e questo è uno dei pilastri del documentario. Un importantissimo lavoro, perché per la prima volta la Val Seriana viene inquadrata e raccontata come andava fatto: Mòla mia resterà da ora in avanti un documento storico che si studierà negli anni a venire. Ma ricordiamo anche i freddi numeri e l’abbandono che abbiamo subito (nel quale ancora viviamo), come scritto nella presentazione del documentario:

milleduecento morti ufficiali per Covid in una valle dove, in poche settimane, se n’è andato quasi l’1% della popolazione. Un’ondata di dolore paragonabile al Vajont, per la violenza sconfinata e le dimensioni ridotte del territorio. A Speciale Tg1, il viaggio di Andrea Luchetta in Val Seriana dove tutto è precario, fragile, mimetico – una paura, un dolore che scavano sottopelle e richiederanno anni di lavoro. Una paura che si fa ansia crescente in vista dell’autunno. Per settimane è sfuggita persino la portata dell’epidemia.

Qualcuno ci ha detto (anche in ambiente editoriale), che la Val Seriana era “una questione locale” e che si doveva raccontare globalmente la tragedia. Peccato che la catastrofe lombarda sia partita da Alzano Lombardo. Abbiamo subito e subiamo il negazionismo di chi vive in Lombardia a pochi chilometri da noi, l’alta Val Seriana è stata abbandonata a se stessa anche mediaticamente, tranne sporadiche incursioni. C’era fin dall’inizio “solo” Gessica con Diego per il loro quotidiano online Valseriananews la testata senza la quale non esisterebbe neanche il nostro libro. Molte persone hanno vergogna di ciò che è accaduto, come se fosse una colpa: si chiama disordine da stress post traumatico e si diagnostica a chi è vittima di terremoti, disastri aerei e ferroviari, violenze, guerre. Col passare dei giorni le cose raramente migliorano, perché la nostra percezione, come raccontata anche in Mòla mia, è quella di una superficialità e indifferenza disarmanti: non solo da parte delle istituzioni regionali e nazionali, ma anche da chi credevamo in grado di capire. Persone come noi. Questo documentario, in tempo reale, apre gli occhi a chi ha preferito girarsi dall’altra parte; gente come noi, semplicemente nata in altre parti del paese Italia. Per aprirli bene, per capire cosa ci hanno fatto, basta cliccare QUI e vedere il docu su Rai Play. Anche se non c’è peggior sordo di colui che non vuole sentire, me ne rendo perfettamente conto ora più che mai.