LA SOLITUDINE DELLA SPECIE & IL RAPPORTO DELL’IPCC SUL CLIMA.

“L’umanità è in bilico su un sottile strato di ghiaccio”
(Il rapprto dell’IPCC sul clima pubblicato il 20 marzo 2023)
Non è difficile immaginare come questo rapporto scatenerà la solita e inutile, finta, corsa al “confronto”. Inutile soprattutto. Perché l’ormai fallimentare stato dei media è quello di mettere 1 negazionista (che non sa nulla) a confronto di 1 scienziato, senza mai invitare chi sviluppa il pensiero ecologico anche, ma non solo, riferendosi alla Scienza, ma al rapporto di appartenenza alla Terra. Io vi dico questo: non ho paura. Come “membro della specie umana” credo che sia possibile adattarsi, anche a situazioni ancora più gravi di quelle che stiamo vivendo. Lo imparo ogni giorno guardando proprio la conversazione offerta da Madre Terra nei suoi mille e mille discorsi. Piccole frasi, indicazioni. Illuminazioni. La Terra per definizione spinge ad agire, non a paralizzare tutto. Abbiamo però un grave problema antropologico: nessuno vuole rinunciare al proprio orticello, a quello che fa, ad attività (magari ricreative) che migliaia di studi, da mezzo secolo, hanno individuato come dannose all’ecosistema. Ah, tutto inquina, dicono certuni. Vero. Ma possibile che non si riesce a ridurre la propria fame di soddisfazione epidermica? L’ecosistema a differenza di noi si “adatta”, ovvero, cambia. E in questo cambiamento potrebbe non esserci posto per otto o dieci miliardi di “membri della specie umana”. E’ così difficile capirlo? Una specie che raddoppia la propria presenza in un ecosistema come la Terra in soli 40 anni, sta scrivendo la propria condanna. Da lì, l’aumento esponenziale dei conflitti, la corsa alle risorse attraverso politiche sempre più autoritarie – anche nelle democrazie – e l’incapacità culturale di comprendere il contesto più grande. Cosa accadrà, durante questa sesta grande estinzione di massa? Non lo sappiamo davvero, ma dobbiamo viverci dentro. Tanto vale provare a essere più discreti, meno violenti con la Terra: non si violenta, la propria madre.
Ora che esistono protocolli di intesa, faticosamente raggiunti, idee di transizione (perfettibili, ovviamente), dobbiamo iniziare a cambiare noi stessi. Immaginate se tutti rinunciassimo a qualcosa, per avere semplicemente ciò che è di tutti: una vita dignitosa e sulla Terra, un legame con ogni altra espressione della Comunità della Terra. Ma serve guardare negli occhi la realtà e scegliere se continuare a pensare che il dito sia la Luna, oppure alzare gli occhi al cielo e ringraziare l’Universo per tutta la magnifica grandezza che ci ha consentito e ci consente di vivere, la magia di quella luce riflessa da un pianeta che sarebbe buio ma che invece, nel buio, ci ricorda che esiste il Sole. Dobbiamo farlo. Qui, ora.