CRONACHE GEOPOETICHE. IL SILENZIO DEL DOPO, LASSU’

Confesso.

Non poteva essere una giornata normale, quella di ieri sabato 5 settembre 2020.

La sincronicità aveva lavorato affinché al mattino avremmo realizzato l’unico cammino geopoetico in Val Seriana di un anno che ha visto la Val Seriana subire quello che ha subito e il pomeriggio, a presentare il libro La Valle Nel Virus, che proprio questo racconta (presentazione che è stata poi di fortissimo impatto). Ma il cammino non era programmato in un luogo qualsiasi: avremmo imboccato la sponda destra della Val Dossana a Premolo, lì dove il 27 febbraio avevo avuto l’illuminazione delle parole di Leonardo Da Vinci a ispirare il primo scritto dal lockdown uscito sul Corriere della Sera quella fatidica domenica 8 marzo 2020. E lì, da dove era stata scattata QUESTA fotografia, il cammino ha preso l’abbrivio, leggendo quel testo per la prima volta a un gruppo di persone in cammino. Con la presenza dell’insostituibile amico Zen, ci siamo incamminati lungo il sentiero dei minatori, uno straordinario segno umano che lentamente penetra il cuor di roccia del versante orientale del Belloro, diretti verso “la porta” a circa 900 metri di quota. E lì, Il Silenzio Del Dopo si è preso la scena. Questo testo scritto a metà marzo – volutamente a metà marzo durante lo spazio sospeso che nessuno sapeva quando sarebbe terminato –

lo avevo proposto durante tre cammini organizzati da tre persone speciali (Celestino Felappi in Val Palot, Renato “Zen” Zanotti in Alpe Grina, Milde Caffetto in Val Gabbia sulla Via dei Silter) a un pubblico di persone amiche, attraverso un passaparola, per tre passaggi non pubblicizzati ma che hanno permesso a questo (per me) delicato testo inedito di iniziare a toccare alcune sponde, a connetterci diversamente, a essere come le onde quiete che lentamente risalgono la spiaggia libera in una lunga alba di fine inverno. Ora la prima cosa che voglio fare è ringraziare tutte le persone che hanno ascoltato – in silenzio e con rispetto – un testo totalmente inedito, in tutti i sensi, da me proposto. E non posso esimermi dal confessare che il cammino di Premolo, Valseriana, di sabato 5 settembre 2020 si è trasformato in una delle più incredibili esperienze umane e professionali della mia storia personale. Superata “la porta”, il sentiero dei minatori entra nella roccia calcarea, si impenna, la montagna si lascia penetrare dalla nostra umile presenza e quindi, grazie a una traccia solo apparentemente perduta, si emerge in una piccola radura che è una sorta di volo tra l’estesa foresta selvaggia sottostante e l’imponente e selvaggia parete rocciosa, verticale e vertiginosa, del Belloro. Lì, avevo scelto di leggere la seconda parte del Il Silenzio Del Dopo. E lì ho letto. Quell’invocazione al silenzio che ogni suono universale include, spontaneamente, senza intenzione, ci siamo tutti ritrovati per uno spazio estesissimo a essere parte di quel silenzio. Un’esperienza che mentre scrivo mi fa venire ancora i brividi. Ci sono attimi nei quali il culmine dell’estasi arriva inattesa e allora serve semplicemente lasciarla essere. Grazie per questo dono a tutte e a tutti voi che avete partecipato (non solo ieri) ai cammini di questo 2020 – voi per i quali questo testo adesso esiste.

Qualcosa, vorrà pur dire, mi sono detto tornando a casa.